Dopo la rassicurante normalità di un’annata come la 2016, eccone invece un’altra all’insegna dell’eccezione, sebbene con caratteri e tempistiche un po’ diverse da quelle registrate nel 2017. A distinguerla sono stati in particolare i mesi di maggio, giugno e luglio, caratterizzati nei primi due casi da successive ondate di calore intervallate da repentini abbassamenti di temperatura. Non così invece il mese di luglio, segnato da un caldo intenso e persistente e da una quasi totale assenza di precipitazioni (come del resto si può dedurre anche dal grafico e dalla tabella qui sotto).

Per fortuna, ciò che stava delineandosi come un quadro ormai preoccupante, è stato in buona parte compensato da un mese di agosto ancora caldo, ma non così estremo come il precedente, e soprattutto mitigato da ben otto giorni di pioggia, un valore piuttosto insolito per il periodo.

Un mese di settembre all’insegna della normalità sia in termini di temperatura che di piovosità ha poi fatto il resto, impedendo così all’annata di assumere quei contorni anche organolettici che potevano ricordare per esempio il 2003. Le stesse piogge di inizio ottobre, per quanto piuttosto intense e cadute giusto nel mezzo delle operazioni vendemmiali, pare non abbiano avuto effetti negativi permettendo così alla vendemmia di chiudersi nel migliore dei modi, sebbene in tempi più lunghi di quanto inizialmente prevedibile.

I vini. Si è parlato tanto dei Barolo 2014, e si parlerà ancora di più dei Barolo 2016, ma spesso non si dà il giusto risalto all’annata 2015, fin quasi a trascurarla o a passarla sotto silenzio. In realtà si tratta di un’annata di sicuro valore, meno leggiadra della 2008, con più intensità della  2010 e con un frutto la cui polpa e la cui ricchezza ricorda i Barolo 1999 in gioventù. Non certo i 2007 o i 2000. E questo è un altro punto a suo favore.